TRACK LIST – ITALIAN LIBRETTO

 

COMPACT DISC 1  [52.52]

     ACT I

  1 • Ite sul colle, o Druidi
[8.14]
        Oroveso / Chorus
  2 • Meco all'altar di Venere
[4.19]
        Pollione / Flavio / Chorus
  3 • Me protegge, me difende [1.34]
        Pollione
  4 • Sediziose voci  [4.09]
       Norma / Oroveso / Chorus
  5 • Casta diva  [5.33]
        Norma / Chorus
  6 • Fine al rito  [1.36]
        Norma / Chorus
  7 • Ah! bello a me ritorna*  [2.18]
        Norma / Chorus
  8 • Deh! proteggimi, o Dio!  [1.46]
        Adalgisa
  9 • Eccola! va mi lascia  [1.29]
        Chorus
10 • Va, crudele  [5.32]
       Pollione / Adalgisa
11 • Vieni in Roma  [3.28]
        Pollione / Adalgisa

       ACT II

12 • Ah! Ah
sì, fa core, abracciami (excerpts)  [3.15]
        Norma / Adalgisa
13 • Il mira - Ei! Pollion!  [0.46]
        Adalgisa / Norma / Pollione
14 • Oh, non tremare  [1.33]
        Norma / Adalgisa
15 • Oh, di qual sei tu vittima  [4.02]
        Norma / Pollione / Adalgisa
16 • Perfido! - Or basti!  [3.09]
        Norma / Pollione / Adalgisa



COMPACT DISC 2  [47.54]

      ACT III

  1 • Dormono entrambi
[4.31]
        Norma
  2 • Si emendi il mio fallo...

       Me chiami, o Norma? [2.50]
        Norma / Adalgisa
  3 • Deh! con te li prendi [4.21]
        Adalgisa / Norma
  4 • Mira, o Norma [4.03]
        Adalgisa / Norma
  5 • Cedi, deh cedi! [3.19]
        Norma / Adalgisa

     ACT IV, Scene 1

  6 • ACruda legge...

       Ah! del Tebro al giogo indegno [3.22]
        Oroveso / Chorus

      ACT IV, Scene 2

  7 • Ei tornerà. Sì!
[1.49]
        Norma / Clotilde
  8 • In mia man alfin tu sei  [7.22]
        Norma / Pollione
  9 • Dammi quel ferro! [3.24]
        Pollione / Norma / Chorus / Oroveso
10 • Qual cor tradisti [4.36]
        Norma / Pollione / Oroveso / Chorus
11 • Norma! Deh Norma! Scòlpati! [2.22]
        Chorus / Norma / Pollione / Oroveso
12 • De! Non  volerli vittime [4.52]
        Norma / Pollione / Oroveso / Chorus
13 • Radio Announcement [0.56]


* Indicate sections where music is missing

 


 

Norma
Tragedia lirica in due atti

Libretto di Felice Romani
Musica di Vincenzo Bellini

Personaggi:

Pollione
, Proconsole di Roma nelle Gallie – Tenore
Oroveso, Capo dei Druidi – Basso
Norma, Druidessa, figlia di Oroveso – Soprano
Adalgisa, giovine ministra del tempio d’Irminsul – Soprano o Mezzosoprano
Clotilde, confidente di Norma – Mezzosoprano o Soprano
Flavio, amico di Pollione – Tenore
Due fanciulli, figli di Norma e di Pollione – Personaggi che non parlano

Cori e Comparse:


Druidi – Bardi – Eubagi – Sacerdotesse – Guerrieri e Soldati Galli

La scena è nelle Gallie, nella foresta sacra e nel Tempio d’Irminsul





ATTO PRIMO

[Sinfonia]

Scena prima

Foresta sacra de’ Druidi; in mezzo, la quercia d’Irminsul, al piè della quale vedesi la pietra druidica che serve d’altare.

Colli in distanza sparsi di selve. È notte; lontani fuochi trapelano dai boschi.

[Introduzione]

Al suono di marcia religiosa difilano le schiere de’ Galli, indi la processione de’ Druidi.
Per ultimo Oroveso coi maggiori sacerdoti.


Oroveso
Ite sul colle, o Druidi,
Ite a spiar ne’ cieli
Quando il suo disco argenteo
La nuova Luna sveli;
Ed il primier sorriso
Del virginal suo viso
Tre volte annunzi il mistico
Bronzo sacerdotal.

Druidi
Il sacro vischio a mietere Norma verrà?

Oroveso
Sì, Norma.

Druidi
Dell’aura tua profetica,
Terribil Dio, l’informa: 
Sensi, o Irminsul, le inspira 
D’odio ai Romani e d’ira, 
Sensi che questa infrangano
Pace per noi mortal.

Oroveso
Sì: parlerà terribile
Da queste querce antiche:
Sgombre farà le Gallie
Dall’aquile nemiche:
E del suo scudo il suono,
Pari al fragor del tuono,
Nella città dei Cesari
Tremendo eccheggerà.

Tutti
Luna, ti affretta a sorgere!
Norma all’altar verrà.

Si allontanano tutti e si perdono nella foresta: di quando in quando si odono ancora le loro voci risuonare in lontananza.

Escono quindi da un lato Flavio e Pollione guardinghi e ravvolti nelle loro toghe.


Scena seconda


[Recitativo e Cavatina]

Pollione e Flavio.


Pollione

Svanir le voci –
e dell’orrenda selva
Libero è il varco.

Flavio

In quella selva è morte.
Norma tel disse.

Pollione

Profferisti un nome
Che il cor m’agghiaccia.

Flavio

Oh! che di’ tu? l’amante!...
La madre de’ tuoi figli!...

Pollione

A me non puoi
Far tu rampogna, ch’io mertar non senta;
Ma nel mio core è spenta
La prima fiamma, e un Dio la spense, un Dio
Nemico al mio riposo: ai piè mi veggo
L’abisso aperto, e in lui m’avvento io stesso.

Flavio

Altra ameresti tu?

Pollione
Parla sommesso.
Un’altra, sì, Adalgisa...
Tu la vedrai... fior d’innocenza e riso
Di candore e di amor. Ministra al tempio
Di questo Iddio di sangue, ella vi appare
Come raggio di stella in ciel turbato.

Flavio

Misero amico! e amato
Sei tu del pari?

Pollione

Io n’ho fidanza.

Flavio
E l’ira
Non temi tu di Norma?

Pollione

Atroce, orrenda,
Me la presenta il mio rimorso estremo...
Un sogno...

Flavio
Ah! narra.

Pollione
In rammentarlo io tremo.
Meco all’altar di Venere
Era Adalgisa in Roma,
Cinta di bende candide,
Sparsa di fior la chioma.
Udia d’Imene i cantici,
Vedea fumar gli incensi,
Eran rapiti i sensi
Di voluttade e amor.
Quando fra noi terribile
Viene a locarsi un’ombra:
L’ampio mantel druidico
Come un vapor l’ingombra:
Cade sull’ara il folgore,
D’un vel si copre il giorno,
Muto si spande intorno
Un sepolcrale orror.
Più l’adorata vergine
Io non mi trovo accanto;
N’odo da lunge un gemito,
Misto de’ figli al pianto...
Ed una voce orribile
Eccheggia in fondo al tempio:
Norma così fa scempio
Di amante traditor.
 
(Squilla il sacro bronzo.)

Flavio
Odi?... I suoi riti a compiere
Norma dal tempio move.

Voci (lontane)
Sorta è la Luna, o Druidi,
Ite, profani, altrove.

Flavio
Vieni, fuggiam... sorprendere,
Scoprire alcun ti può.

Pollione
Traman congiure i Barbari...
Ma io li preverrò...
Me protegge, me difende
Un poter maggior di loro.
È il pensier di lei che adoro;
È l’amor che m’infiammò.
Di quel Dio che a me contende
Quella vergine celeste
Arderò le rie foreste,
L’empio altare abbatterò.


(Partono rapidamente)

Scena terza

[Coro]

Druidi dalfondo, Sacerdotesse, Guerrieri, Bardi, Eubagi, Sacrificatori, e in mezzo a tutti Oroveso.

      
Coro generale
Norma viene: le cinge la chioma
La verbena ai misteri sacrata;
In sua man come luna falcata
L’aurea falce diffonde splendor.
Ella viene: e la stella di Roma
Sbigottita si copre di un velo;
Irminsul corre i campi del cielo
Qual cometa foriera d’orror.


Scena quarta

[Scena e Cavatina]

Norma in mezzo alle sue ministre. Ha sciolti i capegli, la fronte circondata di una corona di verbena, ed armata la mano d’una falce d’oro. Si colloca sulla pietra druidica, e volge gli occhi d’intorno come inspirata. Tutti fanno silenzio.
 
Norma
Sediziose voci,
Voci di guerra avvi chi alzar si attenta
Presso all’ara del Dio? V’ha chi presume
Dettar responsi alla veggente Norma,
E di Roma affrettar il fato arcano?...
Ei non dipende da potere umano.
      
Oroveso
E fino a quando oppressi
Ne vorrai tu? Contaminate assai
Non fur le patrie selve e i templi aviti
Dall’aquile latine? Omai di Brenno
Oziosa non può starsi la spada.

Tutti      
Si brandisca una volta.

Norma
E infranta cada!
Infranta, sì, se alcun di voi snudarla
Anzi tempo pretende. Ancor non sono
Della nostra vendetta i dì maturi:
Delle sicambre scuri sono i pili romani ancor più forti.

Tutti

E che ti annunzia il Dio? parla: quai sorti?
      
Norma
Io nei volumi arcani
Leggo del cielo; in pagine di morte
Della superba Roma è scritto il nome...
Ella un giorno morrà; ma non per voi.
Morrà pei vizi suoi;
Qual consunta morrà. L’ora aspettate,
L’ora fatal che compia il gran decreto.
Pace v’intimo... e il sacro vischio io mieto.

(Falcia il vischio le Sacerdotesse lo raccolgono in canestri di vimini. Norma si avanza e stende le braccia al cielo. La luna splende in tutta la sua luce. Tutte si prostrano.)

Norma, poi Oroveso e Coro
Casta diva, che inargenti
Queste sacre antiche piante,
A noi volgi il bel sembiante
Senza nube e senza vel.
      
Norma
Tempra tu de’ cori ardenti,
Tempra ancor lo zelo audace,
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.
   
Oroveso e Coro      
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.
      
Norma
Fine al rito; e il sacro bosco
Sia disgombro dai profani.
Quando il Nume irato e fosco
Chiegga il sangue dei Romani
Dal druidico delubro
La mia voce tuonerà.
     
Oroveso e Coro
Tuoni; e un sol del popol empio
Non isfugga al giusto scempio;
E primier da noi percosso
Il Proconsole cadrà.
      
Norma
Cadrà... punirlo io posso...
(Ma punirlo il cor non sa.
Ah! bello a me ritorna
Del fido amor primiero;
E contro il mondo intiero
Difesa a te sarò. 
Ah! bello a me ritorna
Del raggio tuo sereno;
E vita nel tuo seno,
E patria, e cielo avrò.)
      
Oroveso e Coro
Sei lento, si, sei lento
O giorno di vendetta;
Ma irato il Dio t’affretta
Che il Tebro condannò.

Norma
(Ah! riedi ancora
Qual eri allora,
Quando il cor,
Ti diedi allora.)

(Norma parte, e tutti la seguono in ordine)

Scena quinta

[Scena e Duetto]

Adalgisa sola.

  
Adalgisa
Sgombra è la sacra selva,
Compiuto il rito. Sospirar non vista
Alfin poss’io, qui, dove a me s’offerse
La prima volta quel fatal Romano,
Che mi rende rubella al tempio, al Dio...
Fosse l’ultima almen! - Vano desio!
Irresistibil forza
Qui mi strascina... e di quel caro aspetto
Il cor si pasce... e di sua cara voce
L’aura che spira mi ripete il suono.


(corre a prostrarsi sulla pietra d’Irminsul)


Deh! proteggimi, o Dio!: perduta io son.
Gran Dio, abbi pietà: perduta io son.

Scena sesta


(Pollione, Flavio e detta)


Pollione
(a Flavio)
(Eccola! va mi lascia. Ragion non odo.)

(Flavio parte)

Adalgisa (veggendolo, sbigottita)
Oh! tu qui!

Pollione
Che veggo?
Piangevi tu?

Adalgisa
Pregava. Ah! t’allontana,
Pregar mi lascia.

Pollione

Un Dio tu preghi atroce,
Crudele, avverso al tuo desire e al mio.
O mia diletta! il Dio
Che invocar devi, è Amore...

Adalgisa
Amor! deh! taci...
Ch’io più non t’oda.

(si allontana da lui.)

Pollione
E vuoi fuggirmi? e dove
Fuggir vuoi tu ch’io non ti segua?

Adalgisa
Al tempio,
Ai sacri altari che sposar giurai.

Pollione
Gli altari!... e il nostro amor?...

Adalgisa
Io l’obbliai.

Pollione
Va, crudele; e al Dio spietato
Offri in dono il sangue mio.
Tutto, ah! tutto ei sia versato,
Ma lasciarti non poss’io:
Sol promessa al Dio tu fosti...
Ma il tuo core a me si diè...
Ah! non sai quel che mi costi
Perch’io mai rinunzi a te.

Adalgisa
E tu pure, ah! tu non sai
Quanto costi a me dolente!
All’altare che oltraggiai
Lieta andava ed innocente...
Il pensiero al cielo ergea,
Il mio Dio vedeva in ciel...
Or per me spergiura e rea
Cielo e Dio ricopre un vel.

Pollione
Ciel più puro, e Dei migliori
T’offro in Roma, ov’io mi reco.

Adalgisa (colpita)
Parti... forse?

Pollione
Ai nuovi albòri...

Adalgisa 
Parti! ed io?...

Pollione
Tu vieni meco.
De’ tuoi riti è Amor più santo...
A lui cedi, ah! cedi a me.

Adalgisa (più commossa)
Ah! non dirlo...

Pollione
Il dirò tanto
Che ascoltato io sia da te.

(con tutta la tenerezza)


Vieni in Roma, ah! vieni, o cara...
Dove è amore, è gioia, è vita:
Inebbriam nostr’alme a gara
Del contento a cui ne invita...
Voce in cor parlar non senti,
Che promette eterno ben?
Ah! dà fede ai dolci accenti...
Sposo tuo mi stringi al sen.

Adalgisa

(Ciel! così parlar l’ascolto...
Sempre, ovunque, al tempio istesso...
Con quegli occhi, con quel volto
Fin sull’ara il veggo impresso...
Ei trionfa del mio pianto,
Del mio duol vittoria ottien...
Ciel! mi togli al dolce incanto,
O l’error perdona almen.)

Pollione
Adalgisa!

Adalgisa
Ah! mi risparmi
Tua pietà maggior cordoglio.

Pollione 
Adalgisa! e vuoi lasciarmi?...

Adalgisa
Io... Ah!... non posso... seguir ti voglio.

Pollione 
Qui... domani, all’ora istessa...
Verrai tu?

Adalgisa
Ne fo promessa.

Pollione
Giura.

Adalgisa
Giuro.

Pollione
Oh! mio contento!
Ti rammenta...

Adalgisa
Ah! mi rammento…
Al mio Dio sarò spergiura;
Ma fedele a te sarò.

Pollione
L’amor tuo mi rassicura;
E il tuo Dio sfidar saprò.

(Partono.)


Scena settima

[Scena e Duetto]

Abitazione di Norma.

Norma e Clotilde recano per mano due piccoli fanciulli.

Norma
Vanne, e li cela entrambi. – Oltre l’usato
Io tremo d’abbracciarli...

Clotilde

E qual ti turba
Strano timor, che i figli tuoi respingi?

Norma

Non so... diversi affetti
Strazian quest’alma. Amo in un punto ed odio
I figli miei... Soffro in vederli, e soffro
S’io non li veggo. Non provato mai
Sento un diletto ed un dolore insieme
D’esser lor madre.

Clotilde

E madre sei?...

Norma

Nol fossi!

Clotilde

Qual rio contrasto!...

Norma

Imaginar non puossi.
O mia Clotilde!... richiamato al Tebro
È Pollione.

Clotilde

E teco ei parte?

Norma

Ei tace il suo pensiero. Oh! s’ei fuggir tentasse...
E qui lasciarmi?... se obbliar potesse
Questi suoi figli!...
Clotilde
E il credi tu?
Norma
Non l’oso.
È troppo tormentoso,
Troppo orrendo è un tal dubbio... Alcun s’avanza,
Va... li cela.

(Clotilde parte coi fanciulli. Norma li abbraccia)


Scena ottava

Adalgisa e Norma.


Norma
Adalgisa!

Adalgisa
(da lontano)
(Alma, costanza.)

Norma

T’inoltra, o giovinetta,
T’inoltra. E perché tremi? Udii che grave
A me segreto palesar tu voglia.

Adalgisa

È ver. Ma, deh! ti spoglia
Della celeste austerità che splende
Negli occhi tuoi… Dammi coraggio, ond’io
Senza alcun velo ti palesi il core.
(Si prostra. Norma la solleva)

Norma

Mi abbraccia, e parla... Che ti affligge?

Adalgisa
(dopo un momento d’esitazione)
Amore... Non t’irritar... Lunga stagion pugnai
Per soffocarlo... ogni mia forza ci vinse...
Ogni rimorso. Ah! tu non sai pur dianzi
Qual giuramento io fea!... fuggir dal tempio...
Tradir l’altare a cui son io legata,
Abbandonar la patria...

Norma

Ahi! sventurata!
Del tuo primier mattino
Già turbato è il sereno?... E come, e quando
Nacque tal fiamma in te?

Adalgisa
Da un solo sguardo
Da un sol sospiro, nella sacra selva,
A piè dell’ara ov’io pregava il Dio.
Tremai… sul labbro mio
Si arrestò la preghiera: e tutta assorta
In quel leggiadro aspetto, un altro cielo
Mirar credetti, un altro cielo in lui...

Norma
(distratta)
(Oh! rimembranza! io fui
Così rapita al sol mirarlo in volto.)

Adalgisa

Ma non mi ascolti tu?

Norma

Segui... t’ascolto.

Adalgisa

Sola, furtiva, al tempio
Io l’aspettai sovente;
Ed ogni dì più fervida
Crebbe la fiamma ardente.

Norma

(Io stessa arsi così.)

Adalgisa

Vieni, ei dicea, concedi
Ch’io mi ti prostri ai piedi...

Norma

(Oh! rimembranza! io fui così sedotta.)

Adalgisa
Lascia che l’aura io spiri
De’ dolci tuoi sospiri
Del tuo bel crin le anella,
Dammi poter baciar.

Norma

(Oh! cari accenti!
Così li proferia...
Così trovava del mio cor la via.)

Adalgisa

Dolci qual arpa armonica
M’eran le sue parole;
Negli occhi suoi sorridere
Vedea più bello un sole.

Norma

(L’incanto suo fu il mio.)

Adalgisa

Io fui perduta, e il sono;
D’uopo ho del tuo perdono.

Norma

Ah! tergi il pianto: avrò pietade.

Adalgisa

Deh! tu mi reggi e guida,
Me rassicura, o sgrida,
Salvami da me stessa,
Salvami dal mio cor.

Norma

Ah! tergi il pianto:
Te non lega eterno nodo all’ara.

Adalgisa

Ah! ripeti, o ciel, ripetimi
Sì lusinghieri accenti!


Norma

Ah! sì, fa core abbracciami.
Perdono e ti compiango.
Dai voti tuoi ti libero,
I tuoi legami io frango.
Al caro oggetto unita
Vivrai felice ancor.

Adalgisa

Ripeti, o ciel, ripetimi
Sì lusinghieri accenti:
Per te, per te s’acquetano
I lunghi miei tormenti.
Tu rendi a me la vita,
Se non è colpa amor.


[Scena e Terzetto – Finale I]

Norma

Ma dì... l’amato giovane
Quale fra noi si noma?

Adalgisa

Culla ei non ebbe in Gallia...
Roma gli è patria...

Norma

Roma!
Ed è? prosegui...


Scena nona


Pollione e dette.

Adalgisa

Il mira.

Norma

Ei! Pollion!...

Adalgisa

Qual ira?

Norma

Costui, costui dicesti?...
Ben io compresi?

Adalgisa

Ah! sì.

Pollione
(inoltrandosi ad Adalgisa)
Misera te! che festi?

Adalgisa

Io!...

Norma
(a Pollione)
Tremi tu? e per chi?

(Pochi momenti di silenzio. Pollione è confuso, Adalgisa tremante, e Norma fremente)

Norma

Oh, non tremare, o perfido,
No, non tremar per lei...
Essa non è colpevole,
Il malfattor tu sei...
Trema per te, fellone...
Pei figli tuoi... per me...

Adalgisa
(tremante)
Che ascolto?... ah! Deh parla...
Taci! t’arretri!... ahimè!

(Si copre il volto colle mani. Norma l’afferra per un braccio, e la costringe a mirar Pollione; egli la segue)

Norma

Oh, di qual sei tu vittima
Crudo e funesto inganno!
Pria che costui conoscere
T’era il morir men danno.
Fonte d’eterne lagrime
Egli a te pur dischiuse;
Come il mio cor deluse,
L’empio il tuo cor tradì.

Pollione

Norma! de’ tuoi rimproveri
Segno non farmi adesso.
Deh! a questa afflitta vergine
Sia respirar concesso...
Copra a quell’alma ingenua,
Copra nostr’onte un velo...
Giudichi solo il cielo
Qual più di noi fallì.

Adalgisa

Oh! qual mistero orribile!
Trema il mio cor di chiedere,
Trema d’udire il vero... 
Tutta comprendo, o misera,
Tutta la mia sventura...
Essa non ha misura,
S’ei m’ingannò così.

Norma

Perfido!

Pollione
Or basti!

(per allontanarsi)

Norma

Fermati.

Pollione
(afferra Adalgisa)
Vieni...

Adalgisa
(dividendosi da lui)
Mi lascia, scostati...
Sposo sei tu infedele!

Pollione
(con tutto il fuoco)
Qual io mi fossi obblio...
L’amante tuo son io.
È mio destino amarti...
Destin costei lasciar.

Norma
(reprimendo il furore)
Ebben: lo compi... e parti.

(ad Adalgisa)

Seguilo.

Adalgisa
(supplichevole)
Ah! No, giammai; ah! pria morir.

Norma
(fissa Pollione sino che prorompe)
Vanne, sì: mi lascia, indegno,
Figli obblia, promesse, onore...
Maledetto dal mio sdegno
Non godrai d’un empio amore.
Te sull’onde, e te sui venti
Seguiranno mie furie ardenti,
Mia vendetta e notte e giorno
Ruggirà d’intorno a te.

Pollione
(disperatamente)
Fremi pure, e angoscia eterna
Pur m’imprechi il tuo furore!
Questo amor che mi governa
È di te, di me maggiore...
Dio non v’ha che mali inventi
De’ miei mali più cocenti...
Maledetto io fui quel giorno
Che il destin t’offerse a me.

Adalgisa
(supplichevole a Norma)
Ah! non fia, non fia ch’io costi
Al tuo cor si rio dolore...
Sian frapposti e mari e monti
Fra me sempre e il traditore...
Soffocar saprò i lamenti,
Divorar i miei tormenti:
Morirò perché ritorno
Faccia il crudo ai figli, a te.

(Squillano i sacri bronzi del Tempio. Norma è chiamata ai riti.)

Druidi
(coro interno)
Norma all’ara! In tuon feroce
D’Irminsul tuonò la voce,
Norma, Norma al sacro altar!

Norma

Ah! suon di morte!...
Va, per te qui pronta ell’è.

Adalgisa

Ah! suon di morte s’intima a te,
Va, per te qui pronta ell’è.

Pollione
Ah! qual suon!...
Sì, la sprezzo, sì, ma prima
Mi cadrà il tuo Nume al piè.

(Norma respinge d’un braccio Pollione e gli accenna di uscire. Pollione si allontana furente.)



ATTO SECONDO

Scena prima

Interno dell’abitazione di Norma.

Da una parte un letto romano coperto di pelle d’orso. I figli di Norma sono addormentati.

[Introduzione]

Norma con una lampa e un pugnale alla mano. Siede e posa la lampa sopra una tavola. È pallida, contraffatta.


Norma

Dormono entrambi... non vedran la mano
Che li percuote. - Non pentirti, o core;
Viver non ponno... Qui supplizio, e in Roma
Obbrobio avrian, peggior supplizio assai...
Schiavi d’una matrigna. - Ah! no: giammai.

(Sorge risoluta)


Muoiano, sì. (fa un passo e si ferma) Non posso
Avvicinarmi: un gel mi prende, e in fronte
Mi si solleva il crin. - I figli uccido!...
Teneri figli ... pur dianzi
Delizia mia ... essi nel cui sorriso
Il perdono del ciel mirar credei!...
Ed io li svenerò?... di che son rei?

(Risoluta)


Di Pollion son figli:

(Pausa)


Ecco il delitto. Essi per me son morti:
Muoian per lui:
E non sia pena che la sua somigli.
Feriam...

(s’incammina verso il letto: alza il pugnale; essa dà un grido inorridita... i figli si svegliano)


Ah! no... son miei figli!... Miei figli!

(li abbraccia piangendo amaramente)


Olà!... Clotilde!

Scena seconda


Clotilde e Detta.

Norma
Vola...
Adalgisa a me guida.

Clotilde

Ella qui presso  
Solitaria si aggira, e prega e plora.


Norma
Va. - (Clotilde parte)
Si emendi il mio fallo... e poi... si mora.

Scena terza


[Recitativo e Duetto]

Adalgisa e Norma.


Adalgisa
(con timore)
Me chiami, o Norma!... (sbigottita)
Qual ti copre il volto
Tristo pallor?

Norma
Pallor di morte. - Io tutta
L’onta mia ti rivelo.
Una preghiera sola
Odi, e l’adempi, se pietà pur merta
Il presente mio duolo... e il duol futuro.

Adalgisa
Tutto, tutto io prometto.

Norma

Il giura.

Adalgisa

Il giuro.

Norma

Odi. - Sanar quest’aura
Contaminata dalla mia presenza
Ho risoluto, né trar meco io posso
Questi infelici... a te gli affido...

Adalgisa

Oh cielo!
A me gli affidi?

Norma
Nel romano campo
Guidali a lui... che nominar non oso.

Adalgisa

Oh! che mai chiedi?

Norma

Sposo
Ti sia men crudo. - io gli perdono, e moro.

Adalgisa

Sposo!... Ah! mai...

Norma

Pei figli suoi t’imploro.
Deh! con te, con te li prendi... 
Li sostieni, li difendi... 
Non ti chiedo onori e fasci;
A’ tuoi figli ei fian serbati: 
Prego sol che i miei non lasci 
Schiavi, abbietti, abbandonati... 
Basti a te che disprezzata,
Che tradita io fui per te.
Adalgisa, deh! ti mova
Tanto strazio del mio cor.

Adalgisa

Norma! ah! Norma, ancora amata, 
Madre ancor sarai per me.
Tienti i figli. Ah! non fia mai 
Ch’io mi tolga a queste arene.

Norma

Tu giurasti...

Adalgisa

Sì, giurai...
Ma il tuo bene, il sol tuo bene.
Vado al campo, ed all’ingrato
Tutti io reco i tuoi lamenti:
La pietà che mi hai destato
Parlerà sublimi accenti...
Spera, ah, spera... amor, natura
Ridestarsi in lui vedrai...
Del suo cor son io secura...
Norma ancor vi regnerà.

Norma

Ch’io lo preghi? Ah! no: giammai.

Adalgisa

Norma, ti piega.

Norma

No, più non t’odo - parti... va.

Adalgisa

Mira, o Norma, a’ tuoi ginocchi
Questi cari pargoletti.
Ah! pietà di lor ti tocchi
Se non hai di te pietà.

Norma

Ah! perché la mia costanza
Vuoi scemar con molli affetti?
Più lusinghe, più speranza,
Presso a morte un cor non ha.

Adalgisa

Cedi, deh cedi

Norma

Ah! lasciami.
Ei t’ama.

Adalgisa
E già sen pente.

Norma 

E tu?...

Adalgisa

Lo amai... quest’anima
Sol l’amistade or sente.

Norma 
O giovinetta!... E vuoi?...

Adalgisa
Renderti i dritti tuoi,
O teco al cielo, agli uomini
Giuro celarmi ognor.

Norma

Sì... hai vinto... abbracciami.
Trovo un’amica ancor.

Norma e Adalgisa

Sì, fino all’ore estreme
Compagna tua m’avrai:
Per ricovrarci insieme
Ampia è la terra assai.
Teco del Fato all’onte
Ferma opporrò la fronte,
Finché il mio core a battere
Io senta sul tuo cor.

(partono)

Scena quarta

Luogo solitario presso il bosco dei Druidi, cinto da burroni e da caverne. In fondo un lago attraversato da un ponte di pietra.


[Coro e Sortita d’Oroveso]

Guerrieri Galli.


Coro I

Non partì?

Coro II

Finora è al campo.
Tutto il dice. I feri carmi,
Il fragor, dell’armi il suon,
Delle insegne il ventilar.

Tutti

Attendiam: un breve inciampo
Non ci turbi, non ci arresti;
E in silenzio il cor si appresti
La grand’opra a consumar.


Scena quinta

Oroveso, e Detti


Oroveso
Guerrieri! a voi venirne
Credea foriero d’avvenir migliore.
Il generoso ardore,
L’ira che in sen vi bolle
Io credea secondar; ma il Dio non volle.

Coro

Come? Le nostre selve
L’abborrito Proconsole non lascia?
Non riede al Tebro?

Oroveso

Ma più temuto e fiero
Latino condottiero
A Pollion succede.

Coro

E Norma il sa? di pace
E consigliera ancor?

Oroveso
Invan di Norma
La mente investigai.

Coro

E che far pensi?

Oroveso
Al fato
Piegar la fronte, separarci, e nullo
Lasciar sospetto del fallito intento.

Coro
E fin
ger sempre?

Oroveso

Cruda legge! il sento.
Ah! del Tebro al giogo indegno
Fremo io pure, all’armi anelo;
Ma nemico è sempre il cielo,
Ma consiglio è simular.

Coro

Sì, fingiam, se il finger giovi;
Ma il furore in sen si covi.

Oroveso

Divoriamo in cor lo sdegno,
Tal che Roma estinto il creda:
Dì verrà, sì, che desto ei rieda
Più tremendo a divampar.

Coro 

Guai per Roma allor che il segno 
Dia dell’armi il sacro altar!

(partono)


Scena sesta 


Tempio d’Irminsul. - Ara da un lato.

Norma, indi Clotilde.

Norma
Ei tornerà. Sì! mia fidanza è posta
In Adalgisa: ei tornerà pentito,
Supplichevole, amante. Oh! a tal pensiero
Sparisce il nuvol nero
Che mi premea la fronte, e il sol m’arride,
Come del primo amore ai dì felici.
Clotilde!

(entra Clotilde)

Clotilde

O Norma!... Uopo è d’ardir.

Norma

Che dici?

Clotilde

Lassa!

Norma

Favella.

Clotilde

Indarno
Parlò Adalgisa, e pianse.


Norma
Ed io fidarmi di lei dovea?
Di mano uscirmi, e bella 
Del suo dolore presentarsi all’empio
Ella tramava.

Clotilde

Ella ritorna
Al tempio: triste,
Dolente implora
Di profferir suoi voti.

Norma

Ed egli?

Clotilde

Ed egli
Rapirla giura anco all’altar del Nume.

Norma

Troppo il fellon presume.
Lo previen mia vendetta - e qui di sangue...
Sangue roman... scorreran torrenti.

(Corre all’ara, e batte tre volte lo scudo d’Irminsul)

Coro
(di dentro)
Squilla il bronzo del Dio!

Scena settima

Accorrono da varie parti Oroveso, i Druidi, i Bardi e le Ministre. A poco a poco il tempio si riempie d’armati.

Norma si colloca sull’altare.

Tutti
Norma! che fu? Percosso
Lo scudo d’Irminsul, quali alla terra
Decreti intima?

Norma

Guerra,
Strage, sterminio.

Tutti

E a noi pur dianzi pace
S’imponea pel tuo labbro!

Norma

Ed ira adesso,
Stragi, furore e morti.
Il cantico di guerra alzate, o forti.

[Coro]

Tutti

Guerra, guerra! Le galliche selve 
Quante han querce producon guerrier.
Qual sul gregge fameliche belve
Sui Romani van essi a cader.
Sangue, sangue! Le galliche scuri
Fino al tronco bagnate ne son
Sovra i Flutti del Ligeri impuri,
Ei gorgoglia con funebre suon.
Strage, strage, sterminio, vendetta!
Già comincia, si compie, si affretta.
Come biade da falci mietute
Son di Roma le schiere cadute.
Tronchi i vanni, recisi gli artigli,
Abbattuta ecco l’aquila al suol.
A mirar il trionfo dei figli
Ecco il Dio sovra un raggio di sol.


[Recitativo e Duetto]

Oroveso
Né compi il rito, o Norma?
Né la vittima accenni?

Norma

Ella fia pronta.
Non mai l’altar tremendo
Di vittime mancò. - Ma qual tumulto!

Scena ottava


Clotilde frettolosa e Detti.

Clotilde

Al nostro tempio insulto
Fece un Romano: nalla sacra chiostra
Delle vergini alunne egli fu cólto.

Tutti

Un Romano?

Norma

(Che ascolto?
Se mai foss’egli?)

Tutti
A noi vien tratto.

Norma
(E desso!)

Scena nona


Pollione fra soldati e Detti.

Tutti
È Pollion!

Norma
(Son vendicata adesso.)

Oroveso
(assai maestoso)
Sacrilego nemico, e chi ti spinse
A violar queste temute soglie,
A sfidar l’ira d’Irminsul?

Pollione
(con fierezza)
Ferisci;
Ma non interrogarmi.

Norma
(svelandosi)
Io ferir deggio.
Scostatevi.

Pollione
Chi veggio?
Norma!

Norma
Sì, Norma.

Tutti
Il sacro ferro impugna,
Vendica il tempio.

Norma
(prende il pugnale dalle mani di Oroveso)
Sì, feriam. (si arresta)

Tutti
Tu tremi?

 Norma
(Ah! non poss’io.)

Tutti
Che fia? Perché t’arresti?

Norma
(Poss’io sentir pietà!)

Tutti
Ferisci

(pausa)

Norma
Io deggio
Interrogarlo... investigar qual sia
L’insidiata o complice ministra
Che il profan persuase a fallo estremo.
Ite per poco.

Tutti
(Che far pensa?)

Pollione
(Io tremo.)

(Oroveso e il Coro si ritirano. Il tempio rimane sgombro)


Scena decima


Norma e Pollione

Norma
In mia man alfin tu sei:
Niun potria spezzar tuoi nodi.
Io lo posso.

Pollione
Tu nol déi.

Norma
Io lo voglio.

Pollione
E come?

Norma
M’odi. Pel tuo Dio, pe’ figli tuoi...
Giurar déi, che d’ora in poi..
Adalgisa fuggirai...
All’altar non la torrai...
E la vita io ti perdono...
E non più ti rivedrò.
Giura.

Pollione
No: sì vil non sono.

Norma (con furore represso)
Giura, giura!

Pollione (con forza)
Ah! pria morrò.

Norma
Non sai tu che il mio furore
Passa il tuo?

Pollione
Ch’ei piombi attendo.

Norma
Non sai tu che ai figli in core 
Questo ferro...

Pollione (con grido)
Oh Dio! che intendo?

Norma (con pianto lacerante)
Sì, sovr’essi alzai la punta...
Vedi... vedi a che son giunta!...
Non ferii, ma tosto... adesso
Consumar potrei l’eccesso...
Un istante... e d’esser madre
Mi poss’io dimenticar.

Pollione
Ah! crudele, in sen del padre
Il pugnal tu déi vibrar.
A me il porgi.

Norma
A te!

Pollione
Che spento
Cada io solo!

Norma
Solo!... Tutti.
I Romani a cento a cento
Fian mietuti, fian distrutti...
E Adalgisa...

Pollione
Ahimè!

Norma
Infedele
A’ suoi voti...

Pollione
Ebben, crudele?

Norma (con furore)
Adalgisa fia punita;
Nelle fiamme perirà.

Pollione
Ah! ti prendi la mia vita,
Ma di lei, di lei pietà.

Norma
Preghi alfine? indegno! è tardi.
Nel suo cor ti vo’ ferire.
Già mi pasco ne’ tuoi sguardi,
Del tuo duol, del suo morire.
Posso alfine, io posso farti
Infelice al par di me.

Pollione
Ah! t’appaghi il mio terrore;
Al tuo piè son io piangente,...
In me sfoga il tuo furore,
Ma risparmia un’innocente:
Basti, basti a vendicarti
Ch’io mi sveni innanzi a te.

[Recitativo e Terzetto - Finale II]

Pollione
Dammi quel ferro!

Norma
Che osi?
Scostati.

Pollione
Il ferro, il ferro!

Norma
Olà, ministri,Sacerdoti, accorrete.

Scena ultima


Ritornano Oroveso, i Druidi, i Bardi e i Guerrieri.

Norma
All’ira vostra
Nuova vittima io svelo. Una spergiura
Sacerdotessa i sacri voti infranse,
Tradì la patria, il Dio degli avi offese.

Tutti
Oh! delitto! oh! furor! La fa palese.

Norma
Sì, preparate il rogo.

Pollione
Oh! ancor ti prego...
Norma, pietà.

Tutti
La svela.

Norma
Udite. (Io rea
L’innocente accusar del fallo mio?)

Tutti
Parla: chi è dessa?

Pollione
Ah! non lo dir.

Norma
Son io.

Oroveso
Tu! Norma!

Norma
Io stessa: Il rogo ergete.

Tutti
(D’orrore io gelo).

Pollione
(Mi manca il cor).

Tutti
Tu delinquente!

Pollione
Non le credete.

Norma
Norma non mente.

Oroveso
Oh! mio rossor!

Coro
Oh! quale orror!...

Norma
Qual cor tradisti, qual cor perdesti
Quest’ora orrenda ti manifesti.
Da me fuggire tentasti invano;
Crudel Romano, tu sei con me.
Un nume, un fato di te più forte
Ci vuole uniti in vita e in morte.
Sul rogo istesso che mi divora,
Sotterra ancora sarò con te.

Pollione
Ah! troppo tardi t’ho conosciuta,
Sublime donna, io t’ho perduta,
Col mio rimorso è amor rinato,
Più disperato, furente egli è.
Moriamo insieme, ah! sì, moriamo;
L’estremo accento sarà ch’io t’amo.

(crescendo di passione)

Ma tu morendo, non m’aborrire,
Pria di morire perdona a me.

Oroveso e Coro
Oh! in te ritorna, ci rassicura;
Canuto padre te ne scongiura:
Dì che deliri, dì che tu menti,
Che stolti accenti uscir da te.
Il Dio severo che qui t’intende
Se stassi muto, se il tuon sospende,
Indizio è questo, indizio espresso
Che tanto eccesso punir non de’.

Oroveso e Coro

Norma! Deh Norma! Scolpati!
Taci? ... ne ascolti appena?

(Norma si troverà vicina a Pollione, che solo sente le sue parole)

Norma
(scuotendosi con un grido)
Cielo! e i miei figli?

Pollione
Ahi! miseri! oh pena!

Norma
(volgendosi a Pollione)
I nostri figli?

Pollione
Oh pena!

Tutti
Norma, sei rea?

Norma
(disperatamente)
Sì, oltre ogni umana idea.

(come colpita da un’idea, s’incammina verso il padre. Pollione in tutta questa scena osserverà con agitazione i movimenti di Norma e Oroveso.)

Tutti

Empia!

Norma
(ad Oroveso)
Tu m’odi.

Oroveso
Scostati.

Norma
(a stento trascinandolo in disparte)
Deh! m’odi!

Oroveso
Oh! mio dolor!

Norma
(piano ad Oroveso)
Son madre...

Oroveso
(colpito)
Madre!!

Norma
Acquetati...
Clotilde ha i figli miei...
Tu li raccogli... e ai barbari
L’invola insiem con lei...

Oroveso
No… giammai… va… lasciami.

Norma
Ah! padre!... un prego ancor. (s’inginocchia)

(sempre piano ad Oroveso)

Deh! non volerli vittime
Del mio fatale errore...
Deh! non troncar sul fiore
Quell’innocente età.
Pensa che son tuo sangue...
Abbi di lor pietà.
Padre! tu piangi!

Oroveso
Oppresso è il core.

Pollione
Commosso è già.

Norma
Piangi e perdona.

Oroveso
Ha vinto amore.

Norma
Ah! tu perdoni. - Quel pianto il dice.
Io più non chiedo. - Io son felice.
Contenta il rogo - io ascenderò.

Pollione
Ah! più non chiedo.
Contento il rogo - io ascenderò.

Oroveso
Figlia! Ah! consolarmene - mai non potrò.

Norma
Tu mel prometti?...

Oroveso
Ah! cessa, infelice!…Io tel prometto.

Coro
Piange!... prega!... che mai spera?
Qui respinta è la preghiera.
Le si spogli il crin del serto:
Sia coperto - di squallor.

(i Druidi coprono d’un velo nero la Sacerdotessa)

Vanne al rogo; ed il tuo scempio
Purghi l’ara e lavi il tempio.
Maledetta estinta ancor!

Oroveso
Va, infelice!

Norma
(incamminandosi)
Padre!... addio.

Pollione

Il tuo rogo, o Norma, è il mio.
Là più santo
Incomincia eterno amor.

Norma
(si volge ancora una volta)
Padre! ... addio!...

Oroveso
(la guarda)
Addio!...
Sgorga, o pianto;
Sei permesso a un genitor.

FINE