TRACK LIST – LIBRETTO IN ITALIAN

 

        COMPACT DISC 1 [79.53]

  1 • Sinfonia
(Orchestra)  [6.21]

        ACT I

  2 • Lieto, ridente oltre l’usato
(Chorus)  [2.07]
  3 • Ah! no: sia questo di tregua il giorno   (Goffredo)   [1.46]
  4 • Arditi, all’ire farem ritorno  (Goffredo / Chorus)   [1.56]
  5 • Sì, guerrieri, fian sacre (Goffredo)   [0.56]
  6 • Germano, a te richiede donna real (Eustazio / Goffredo / Chorus)   [1.58]
  7 • Signor, tanto il tuo nome ovunque suona  (Armida / Goffredo / Idraote / Eustazio)   [3.28]
  8 • Sventurata! or che mi resta  (Armida / Goffredo / Idraote / Eustazio / Chorus)   [3.46]
  9 • Or che farò? Ceder dovrò?  (Goffredo / Armida / Eustazio / Idraote Chorus)   [2.30]
10 • German, se togli al campo  (Eustazio / Idraote / Chorus / Goffredo / Armida)  [1.17]
11 • Per me propizio il fato  (Armida / Eustazio / Idraote / Chorus / Goffredo)  [1.34]
12 • Cedei, guerrieri, è ver  (Goffredo / Eustazio / Gernando / Armida)  [1.53]
13 • Come! a Dudon costui succede?  (Gernando)  [1.59]
14 • Non soffrirò l’offesa
  (Gernando / Chorus)  [2.30]
15 • Grata quest’alma, costante la memoria (Rinaldo / Armida)   [1.49]
16 • Amor... Possente nome! (Rinaldo / Armida)  [4.07]
17 • Vacilla a quegli accenti  (Rinaldo / Armida) [ 3.45]
18 • Ah! non poss’io resistere... (Rinaldo / Armida)   [0.40]
19 • Cara, per te quest’anima  (Rinaldo / Armida)  [1.56]
20 • Ecco il guerriero, il duce (Gernando / Chorus / Rinaldo)  [3.25]
21 • Se pari agli accenti (Rinaldo / Gernando / Chorus / Armida)  [3.09]
22 • Che terribile momento!  (Armida / Rinaldo / Chorus)  [2.02]
23 • Sappia il duce il caso orrendo  (Chorus / Armida)   [0.25]
24 • Deh! se cara a te son io (1)  (Armida / Rinaldo)  [2.39]
25 • Vieni, o duce, punisci l’errore (2)
  (Chorus / Armida / Goffredo / Rinaldo )   [1.48]
26 • Un astro di sangue  (All / Rinaldo / Armida)  [2.29]

        ACT II

27 • Alla voce d’Armida possente (Chorus)  [3.37]
28 • Sovrumano potere (Astarotte)  [1.50]
29 • Di ferro e fiamme cinti (Chorus)  [1.50]
30 • Ebben, l’istante è giunto  (Astarotte)   [0.52]
31 • Dove son io?... Fuggì  (Rinaldo / Armida)  [5.00]
32 • Mio ben, questa che premi (Armida / Rinaldo)  [1.51]
33 • No; d’Amor la reggia è questa  (Armida / Rinaldo / Chorus)   [2.11]


        COMPACT DISC 2
[72.37]

        ACT II
(cont.)


  1 • Canzoni amorose  (Chorus)  [1.42]
  2 • Ballo (Orchestra)  [1.08]
  3 • D’Amor al dolce impero  (Armida / Chorus)   [6.41]
       Ballo:
  4 • Marziale
(Orchestra)  [2.05]
  5 • Andante (Orchestra)  [4.26]
  6 • Allegro moderato (Orchestra)  [4.08]
  7 • Vivace (Orchestra)  [2.00]
  8 • Coda (Orchestra)  [1.04]

        ACT III

  9 • Come l’aurette placide  (Carlo / Ubaldo)   [2.47]
10 • Oh quanto, amico, d’Ascalona al saggio (Ubaldo / Carlo)   [0.48]
11 • T’inganni. A noi sen viene
(3)  (Carlo / Ubaldo / Chorus)   [3.29]
12 • Fuggite infernei mostri (3) (Ubaldo Carlo)  [1.19]
13 • Soavi catene (3)  (Armida / Rinaldo)  [2.33]
14 • O mio Rinaldo, ammira (3)  (Armida / Rinaldo)  [2.24]
15 • Lo splendor di quei rai (3)  (Rinaldo / Ubaldo / Carlo)  [2.15]
16 • In quale aspetto imbelle (3)  (Rinaldo / Carlo / Ubaldo)  [3.36]
17 • S’hai cor bastante in petto (Ubaldo / Carlo / Rinaldo)  [1.50]
18 • Unitevi a gara virtude, valore  (Rinaldo / Ubaldo / Carlo)   [1.41]
19 • Musica di transformazione (Orchestra)  [2.47]
20 • Sia lode al ciel, da quelle inique mura  (Ubaldo / Carlo / Rinaldo / Armida)   [1.23]
21 • Ed è pur vero?  (Armida / Rinaldo / Ubaldo Carlo)   [3.05]

22 • Se al mio crudel tormento
(Armida / Rinaldo / Ubaldo / Carlo)  [4.46]
23 • Dove son io!... Fuggi!  (Armida)  [4.50]
24 • È ver... gode quest’anima  (Armida / Chorus)   [2.51]



BONUS TRACKS

Grandi concerti Martini e Rossi
Orchestra Sinfonica di Milano della RAI, Alfredo Simonetto
Teatro dell’Opera del Casinò Municipale, Sanremo, 27 December 1954


25 • Ballo
  (Orchestra)  [1.16]
26 • D’Amor al dolce impero (Armida)  [5.18]

 

 

ABOUT THE NEVER BEFORE RELEASED MATERIAL

This edition is unique in several respects. Not only is it the first ever enhanced CD edition of the famous and historical Maggio Musicale Fiorentino performance of April 26, 1952, but it also contains more than twelve minutes of music never before released in any format, often erroneously considered lost even by renowned authorities:

(1) CD 1, track 24, from [1.38] to [1.45]: 7 seconds.
The first line sung together by Armida and Rinaldo in the Act I Finale — "Come, oh Dio, mi trema il cor!" / "Idol mio, serena il cor!" — is heard here for the first time. In all previous editions, this segment was omitted and replaced by the fourth of the five lines set to the same words.

(2) CD 1, track 25, from [1.16] to [1.48]: 32 seconds.
A section of the Act I Finale, including a solo line by Callas ("Vanne: i passi precedi d'Armida"), previously published on LP only, can now be heard for the first time on CD.

(3) CD 2, from track 11 [1.42] to track 16 [2.13]: 12 minutes 33 seconds.
This "new" material includes a significant portion of Act III, where Callas’ voice can be heard in the third Armida-Rinaldo duet ("Soavi catene"), as well as in the following recitative ("O mio Rinaldo").

Unfortunately, a male speaker voice in low pitch was dubbed over this portion of the recording, which explains why it was excluded from all previous commercial editions. However, Divina Records strongly feel that the performance should be heard complete, and that Callas’ assumption of her only non-comic Rossini role should be available in its entirety.

In addition to being the absolutely first commercial edition to include every note of Rossini’s Armida performed in Florence on April 26, 1952, this version benefits from a clearer, less filtered sound than any known CD version, as well as a corrected pitch.

 

 


NOTES

The words in red indicate portions that were omitted in this performance.

The areas highlighted in yellow correspond to the parts published on CD for the first time.


 

 

ARMIDA

Dramma per musica in tre atti di Giovanni Schmidt

Musica di Gioachino Rossini (1792–1868)

Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, il 11 novembre 1817


Personaggi:


Goffredo,
Tenore
Rinaldo, Tenore
Idraote, Basso
Armida, Soprano
Gernando, Tenore
Eustazio, Tenore
Ubaldo, Tenore
Carlo, Tenore
Astarotte, Basso

Cori e comparse:
Paladini – Guerrieri – Soldati franchi – Damasceni seguaci d’Armida – Demoni – Larve.

La scena si rappresenta nelle vicinanze di Gerusalemme nei tempi medioevali.

 

[Sinfonia]

 

ATTO PRIMO

Campo di battaglia

In distanza la città di Gerusalemme.

SCENA PRIMA

(Le trombe annunziano la presenza del supremo duce, ed i Franchi, uscendo dalle respettive tende, si schierano, facendogli i militari onori. Comparisce Goffredo dalla sua tenda, accompagnato da un numero di Paladini primari.)

[N. 1 – Introduzione e Coro]

CORO DI PALADINI
Lieto, ridente
Oltre l’usato,
In Oriente
Si mostra il dì.

PARTE DEL CORO
Forse la gloria,
Di pace allato,
La tua vittoria
Previen così.

TUTTO IL CORO
La tua vittoria
Previen così.

[N. 2 – Cavatina]

GOFFREDO
Ah! no: sia questo
Di tregua il giorno;
Dover funesto
Si compirà.
Arditi, all’ire
Farem ritorno.
Per or l’ardire
Ceda a pietà.

CORO DI PALADINI
Arditi, all’ire
Farem ritorno.
Per or l’ardire
Ceda a pietà.

GOFFREDO e PALADINI
Arditi, all’ire, ecc.

[Recitativo]

GOFFREDO
Sì, guerrieri, fian sacre
All’estinto Dudon le nostre cure.
Funebre pompa all’onorata salma
Oggi la tomba dia. Laudi, sospiri
E tributo di pianto
Abbia l’eroe, che sul finir di vita
Il sentier di virtude agli altri addita.

SCENA SECONDA
Eustazio. I precedenti.

[N. 3 – Coro di Paladini]

EUSTAZIO
Germano, a te richiede
Donna real, piangente,
Or di venirti al piede
Aita ad implorar.

GOFFREDO
Venga. Venga.

(Eustazio parte.)

Maggior conforto
Che in sollevare un core
Assorto nel dolore,
Alma non può trovar.

CORO DI PALADINI
Suol di virtude in porto
L’esempio tuo, signore,
Ogni anima guidar.

SCENA TERZA

Preceduta e seguita da molti guerrieri, fra’ quali Eustazio, comparisce Armida sopra un cocchio, accompagnata da Idraote sotto spoglie di privato, e da picciol seguito di Damasceni a cavallo. Ognuno le se affolla d’intorno.

CORO GENERALE
Quell’astro mattutino,
Forier de’ rai del giorno,
Di tanta luce adorno
Non si mostrò finor.
Del volto peregrino                   [see References]
L’angelica possanza
Ogni splendore avanza,
Offusca ogni splendor.

(Armida scende, e guidata da Eustazio si presenta a Goffredo).

[Recitativo]

ARMIDA
Signor, tanto il tuo nome ovunque suona,
Che fino a’ tuoi nemici
Avvien che desti in petto
Sensi di meraviglia e di rispetto.
Del trono di Damasco in me l’erede
(La cui sventura eccede
Ogni più ria sventura) io ti presento.
Il barbaro Idraote,
Di sangue a me congiunto, il serto avito
Non sol pensa involarmi,
Che insidia i giorni miei.
Se magnanimo sei, che tal ti credo,
Quanto sei valoroso,
Da te sperar mi giova il mio riposo.

GOFFREDO
Principessa gentil, che far poss’io?
Parla.

ARMIDA
La tua pietade
Io reclamo. Fra tanti,
Che qui ti fan corona, eccelsi eroi,
La desolata Armida
Dieci eletti campioni a te richiede.
Questi a ripormi in sede
Bastanti son. Fedele il popol mio,
Attende solo chi l’inciti all’armi;
E se avvien ch’io mi mostri di Damasco
Con tai prodi alle mura,
Duce, la mia fortuna è appien sicura.

(Abbassandogli occhi, con finta umiltà aspetta la risposta di Goffredo.)

IDRAOTE
(Che dirà?)

EUSTAZIO
(Quella voce, i mesti accenti
Penetran l’alma mia.)

GOFFREDO
(dopo aver pensato)
Reina, senti.
In servigio del cielo,
Sangue e sudor da noi si spande. Rieda
In libertà Sionne; su quel monte
Di nostra fede ondeggi
Il venerato segno,
E poi si pensi al tuo perduto regno.

(Armida mostra di piangere, Idraote freme, Eustazio ed un numero di Paladini danno segni di rammarico).

[N. 4 – Quartetto]

ARMIDA
Sventurata! or che mi resta
Se pietà non trovo in te?
Della morte più funesta
È la vita omai per me.

GOFFREDO
Calma il duolo; per te spenta
La speranza ancor non è.
La promessa mia rammenta:
Prendi in pegno la mia fé.

IDRAOTE
(Non tradirmi, amica speme;
Non stancarti, o mio furor.)

EUSTAZIO e CORO
(Non ha core chi non geme
Al suo pianto, al suo dolor.)

GOFFREDO
La promessa mia rammenta:
Prendi in pegno la mia fé.

ARMIDA
(Per me ognun sospira e geme
Preda omai d’un folle amor.)

| IDRAOTE
| (Non tradirmi, amica speme, ecc.)|
|
| EUSTAZIO e CORO
| (Non ha core chi non geme, ecc.)
|
| GOFFREDO
| La promessa mia rammenta, ecc.
|
| ARMIDA
| (Per me ognun sospira e geme, ecc.)

(A Idraote)

Vieni.

EUSTAZIO
Dove?

ARMIDA
Ove mi guida
Il rigor d’avversa stella.

| IDRAOTE
| Ahi! misera donzella!
|
| EUSTAZIO
| (ad Armida)
| Ferma...

EUSTAZIO
Deh! german, pietà d’Armida.

CORO
(a Goffredo)
Deh! pietà di lei, signor.

GOFFREDO
(Or che farò?
Ceder dovrò?
M’assisti, o Ciel.)

ARMIDA
Speme non ho,
Regger non so...
Fato crudel!

EUSTAZIO e IDRAOTE
(Chi può soffrir
Il suo martir,
Alma non ha.)

CORO
Veder languir
In fra’ sospir
| Real beltà...
|
| EUSTAZIO, IDRAOTE e CORO
| (Oh crudeltà!)|

| GOFFREDO
| (M’assisti, o ciel.)
|
| ARMIDA
| Fato crudel!

| GOFFREDO
| (Or che farò? ecc.)
|
| ARMIDA
| Speme non ho, ecc.
|
| EUSTAZIO e IDRAOTE
| (Chi può soffrir, ecc.)
|
| CORO
| Signor, pietà.

EUSTAZIO
German, se togli al campo
Breve drappel di noi,
Non fia che rechi inciampo
De’ Franchi al trionfar.
All’oppugnate mura
Restino i duci eroi;
Guerrier noi di ventura,
Possiam per lei pugnar.

IDRAOTE
Pietà, dover c’invita
Gli oppressi a sollevar.

CORO
Gloria il sentier ci addita
Che noi dobbiam calcar.

GOFFREDO
(dopo breve pausa)
Cedo al comun desio:
Fian paghi i voti suoi.

ARMIDA
E sarà ver?

ARMIDA, EUSTAZIO e IDRAOTE
(Cor mio, alfin potrai sperar.)

ARMIDA
Per me propizio il fato,
Rallenta il suo rigore.

EUSTAZIO e IDRAOTE
Il fato rallenta il suo rigor.

ARMIDA
Ah! sì, questo mio core
Comincia a respirar.

EUSTAZIO e IDRAOTE
Il core cominci a respirar.

| ARMIDA
| Per me propizio il fato, ecc.
|
| TUTTI, fuorché GOFFREDO
| Per te propizio il fato,
| Rallenta il suo rigore.
| Armida, il tuo bel core
| Cominci a respirar.
|
| GOFFREDO
| (Un moto inusitato,
| Un gelido timore,
| Presagio di dolore,
| Mi sento in sen destar.)

[Recitativo]

GOFFREDO
Cedei, guerrieri, è ver; però vogl’io
Che dalla vostra schiera
Si elegga un successor del duce spento.
Ei scelga a suo talento
Fra voi dieci campioni. Il chiesto dono
Sappia ciascuno che si concede a lei
Da’ vostri sì, non da’ consigli miei.

(Goffredo parte con seguito di guerrieri, e le schiere si ritirano. Frattanto un numero di Paladini va con Eustazio in disparte e parlano alquanto fra loro).

SCENA QUARTA

Eustazio, Armida, Idraote, Paladini, Gernando.

EUSTAZIO
(avanzandosi)
Opportuna è la scelta:
Successor di Dudon Rinaldo sia.

GERNANDO
(Rinaldo!... Il vero ascolto?... Oh rabbia!)

ARMIDA
(Oh nome!
Caro nome e fatal!)

IDRAOTE
(sotto voce ad Armida)
Questi è l’oggetto
In cui, prima d’ogni altro, oggi vorrei,
Per antico desio,
Sbramar lo sdegno.

ARMIDA
(Questi è l’idol mio.)

EUSTAZIO
Real donzella, il campo
A te per or serva d’asilo. Accinto
Ad obbedirti fia ciascuno.

ARMIDA
(Ho vinto.)

(Accompagnata da Eustazio, Armida entra in una delle principali tende con Idraote, col seguito de’ Damasceni e con parecchi Paladini).

EUSTAZIO
Compagni, al suon di festose grida
Si proclami Rinaldo.

(Parte col rimanente de’ Paladini).

SCENA QUINTA
Gernando.

GERNANDO
Oh sorte infida!
Come! a Dudon costui succede? Il grado,
Che vanto a me recar potea, fia suo?...
Ti scuoti alfin, Gernando;
Un italo garzon soffrir potrai
Che tanto a te sovrasti?... Ah! non sia mai.

(N. B. In presente esecuzione a questo punto segue il coro di voci in distanza, "Viva Rinaldo!..." [1] .)

[N. 5 – Aria]

[2] Non soffrirò l’offesa,
Per questa spada il giuro;
Alma di gloria accesa
L’ire frenar non sa.
E questi son gli allori
Dovuti a’ miei sudori?
Ahi quale, avverso il fato,
Cruda mercé mi da!

[1] VOCI IN DISTANZA
Viva Rinaldo!...

GERNANDO
Oh affanno!
Decisa è la mia sorte.

VOCI COME SOPRA
Viva! L’eroe ch’egual non ha!

GERNANDO
Oh duol ch’egual non ha!

VOCI
Viva! Viva!

GERNANDO
Fiero destin tiranno!

ALTRE VOCI
Viva Rinaldo, il forte,
Splendor di nostra età.

(N. B. Qui poi segue l’aria di Gerando "Non soffrirò l’offesa", [2].)

GERNANDO
Ah! tutti v’unite,
Miei sdegni, in quest’alma,
Che, priva di speme,
La calma perdé.
Miei sdegni, venite:
Vi bramo con me.

(Parte.)

SCENA SESTA
Idraote, Armida.

[Recitativo]

IDRAOTE
Sorte ci arride. Ove celata stassi
La fida schiera, i passi
A diriger t’affretta.
Dell’Asia la vendetta a che non posso
Compiere appien!

ARMIDA
Fra’ lacci,
Dieci non sol, ma cento
Fia che portino il piè. Nutre ciascuno,
Di Goffredo a dispetto,
Nell’anelante petto
Di seguirmi il desir.

IDRAOTE
Ma di Rinaldo...

ARMIDA
Ah!

IDRAOTE
Sospiri! perché?

ARMIDA
Facil ti credi
Quell’anima domar?

IDRAOTE
La miglior preda
Fia che manchi a Idraote?

ARMIDA
Eccolo... (Oh come
Mi balza il cor!) Deh! vanne... (Ove son io!)
Spera... chi sa?...

IDRAOTE
Figlia diletta, Addio.

(Parte dal campo.)

SCENA SETTIMA
Rinaldo, Armida.

[Recitativo]

RINALDO
Principessa, sei tu! Nel rivederti
Qual gioia provo... e qual affanno insieme!
I tuoi disastri intesi, e il cor ne geme.
Ah! perché mai non cadde
Sionne ancor! Forse al rapito soglio
D’appianarti la strada
Saria l’onor concesso a questa spada.
Ma sdegnosa mi guardi, e non rispondi?

ARMIDA
Nello stato in cui sono,
Opre, non vani detti, a me fan d’uopo.
Oh quanto è mai diverso
Dal tuo questo mio cor! Barbari noi
Chiama la vostra Europa;
Ma barbaro non è colui che vita
Può dare a un’infelice, e non l’aita?

RINALDO
Senti: l’altrui favore
Duce mi vuol di prode schiera... Vedi,
Colpa non ho se fra’ seguaci tuoi...

ARMIDA
Taci... non proseguir; schernirmi vuoi?

RINALDO
Io schernirti? T’inganni.
Dal dì che ti mirai,
Rispetto e... (quasi amor dicea) serbai.
(Ah pur troppo l’adoro!)

ARMIDA
Va’, spietato!

RINALDO
Di che m’accusi?

ARMIDA
Fingi non comprender miei detti? o ti scordasti
Quando in ermo sentiero
Smarrito cavaliero, e in qual momento?...

RINALDO
Tutto, non dubitar, tutto rammento.
Tua magica possanza
Sottrasse i giorni miei
De’ nemici al furor.
Grata quest’alma,
Costante la memoria
Ognor ne serberà.

ARMIDA
Ma in cupo obblio
Riponesti però l’affetto mio.
Sì, d’Armida l’affetto,
Che la sua debolezza
Ti fe’ palese. E qual mai frutto ottenni?
Un marcato disprezzo,
Un crudele abbandon...

RINALDO
Cessa, deh! cessa
Di trafiggermi, Armida.
Se da te volsi il piè, bellica tromba
Al campo m’invitò, bellico ardore,
Desio di gloria.

ARMIDA
E me qui trasse amore.

[N. 6 – Duetto]

RINALDO
Amor... (Possente nome!
Come risuoni, oh come
Su quel soave labbro,
Nel mio dolente cor.)

ARMIDA
Sì, amor... Se un’alma fiera
Ti diè natura in sorte,
Recami pur la morte,
E in me fia spento amor.

RINALDO
Armida... (Oh ciel!)

ARMIDA
Che vuoi?

RINALDO
Chiede il destin...

ARMIDA
Che mai?

RINALDO
Ch’io fugga i tuoi be’ rai:
Dover mel comandò.

ARMIDA
Fuggirmi!... Eppur gli eroi
Sovente amor piagò.

RINALDO
(Vacilla a quegli accenti,
Manca la mia costanza.
Misero! più speranza
Di libertà non ho.)

ARMIDA
(Vacilla a questi accenti,
Manca la sua costanza.
La dolce mia speranza
Perduta ancor non ho.)

ARMIDA e RINALDO
(Vacilla a questi/quegli accenti,
Manca la sua/mia costanza, ecc.)

RINALDO
Ah! non poss’io resistere...
Sì, t’amero costante.

ARMIDA
Oh inaspettato giubilo!
Oh fortunato istante!

RINALDO
Sì, t’amero.

ARMIDA
Oh istante!

RINALDO e ARMIDA
Cara/Caro, per te quest’anima
Prova soavi palpiti,
Ch’esprimere non so.

(Partono.)

SCENA OTTAVA
Gernando, alcuni Paladini.

[Recitativo]

GERNANDO
(accennando Rinaldo che va con Armida)
Ecco il guerriero, il duce,
Il primier degli eroi,
Quel Rinaldo a ragion scelto da voi.
Oh quanti, oh quanti allori
Mieter per lui dovrete!
L’invincibil suo brando
Di gloria al tempio già sospeso io miro.
Eccovi di sue gesta un chiaro segno:
Vincitor di donzelle, eroe ben degno!

CORO DE’ PALADINI
Non proseguir; rispetta,
Signor, la sua virtù.

GERNANDO
Virtù! s’inganna
Chi trovarla in lui spera.
Virtù in Rinaldo!

SCENA NONA
Rinaldo. I precedenti.

RINALDO
(nell’atto di traversare il campo si ferma)
(Il nome mio!)

GERNANDO
Costui di che mai può vantarsi?
Osa forse agguagliarsi a chi si pregia
D’ampio dominio e popoli soggetti?
Oh! l’eroe si rispetti,
Ch’altro non ha che sterile retaggio
D’avi e scettri remoti.
Bella, grande è la scelta
Che in lui faceste; ei meritava il dono
D’esservi duce; in ver, lieto ne sono.

RINALDO
(Indegno!)

GERNANDO
E l’accettò? Folle! ah, tant’osa
Signor d’indegno stato,
Signor, che nella serva Italia è nato!

RINALDO
(Io fremo.)

GERNANDO
E non pensaste
Che l’ombra di Dudone,
Mentre in questo superbo i lumi gira,
Freme lassù nel ciel di nobil ira?

CORO DE’ PALADINI
Prode è Rinaldo.

GERNANDO
Stolta temerità, furore,
Non già valor guerriero
In lui chi mai non vede?

RINALDO
(avanzandosi)
Ah menzognero!

[N. 7 – Duetto]

RINALDO
Se pari agli accenti
Hai l’anima audace,
T’accingi, mendace,
Quel brando a impugnar.

(Snuda la spada.)

GERNANDO
Ch’io tema il tuo sdegno?
Indegno, t’inganni.
Son pronti a’ tuoi danni
La destra e l’acciar.

(Fa lo stesso.)

SCENA DECIMA

Compariscono da tutti i lati Paladini e guerrieri d’ogni rango. Armida. I precedenti.

CORO GENERALE
Fermate...

RINALDO
Sgombrate...

ARMIDA
(Rinaldo in periglio! ...)

ARMIDA e CORO
Ah! prodi, cessate...

RINALDO e GERNANDO
Non odo consiglio.
Invan l’ira mia
Si tenta frenar.

(I due Paladini si azzuffano; Rinaldo incalza Gernando dietro alle tende.)

SCENA UNDICESIMA
I precedenti, fuorché Gernando.

RINALDO
(di dentro)
Muori...

CORO
Oh colpo!

(Tutti verso la parte dove sono andati i due combattenti.)

ARMIDA
(andando incontro a Rinaldo)
Che facesti!

RINALDO
(retrocedendo)
Quell’indegno è già punito.

[N. 8 – Finale Primo – Duetto]

| ARMIDA
| Che terribile momento!
| Ah! m’opprime il mio dolor!
|
| CORO
| Oh sventura! Crudo scempio!
| Qual esempio di terror!
|
| RINALDO
| Di Rinaldo fu schernito,
| Vendicato fu l’onor.

CORO
Sappia il duce il caso orrendo.

(Partono tutti, fuorché Rinaldo e Armida.)

SCENA DODICESIMA
Armida, Rinaldo.

ARMIDA
Ah! paventa...

RINALDO
Qui l’attendo.

ARMIDA
Va’, t’ascondi al suo rigor.
Deh! se cara a te son io,
Non espor sì bella vita.

RINALDO
Se non cedo al tuo desio,
Il dover a ciò m’invita.

ARMIDA
Come, oh Dio, mi trema il cor!
| Come, oh Dio, mi trema il cor!
|
| RINALDO
| Idol mio, serena il cor!

SCENA TREDICESIMA

Paladini amici di Gernando, Paladini amici di Rinaldo circondando Goffredo, guerrieri accorsi da ogni lato. I precedenti.

[Finale Primo – Stretta]

PRIMO CORO
Vieni, o duce, punisci l’errore.

ARMIDA
(a Rinaldo)
Ah! mio ben... Ah! mio ben...

GOFFREDO
Giusto ciel, che ascoltai!

SECONDO CORO
Di Rinaldo fu leso l’onore:

| PRIMO CORO
| Furibondo, ei l’acciaro impugnò.
|
| SECONDO CORO
| Provocato, ei l’acciaro impugnò.

GOFFREDO
Dove mai quest’iniquo s’aggira?

RINALDO
Tal non sono. Rinaldo rimira.

GOFFREDO
Empio! trema.

RINALDO
Delitti non ho.

ARMIDA
(Non tradirmi, speranza fallace.)

CORO                                                            [see References]
La discordia coll’orrida face
Vasto incendio nel campo arrecò.

GOFFREDO
Porgi a’ lacci, ad esempio de’ rei,
Quella destra furente ed infida.

RINALDO
Questa mano alle palme, a’ trofei,
Non a’ lacci finor s’avvezzò.

ARMIDA
(sotto voce a Rinaldo)
Vanne: i passi precedi d’Armida;
A momenti seguirti saprò.

TUTTI fuorché ARMIDA e RINALDO
Un astro di sangue
Dall’etra s’affaccia;
Ogni alma già langue,
L’agghiaccia il dolor.

RINALDO
(M’invita la sorte,
S’afferri il suo crine.
Possenti, divine
Ritorte d’amor.)

| TUTTI fuorché ARMIDA e RINALDO
| Ogni alma già langue,
| L’agghiaccia il dolor.
|
| RINALDO
| (In voi solo affida
| La speme il mio cor.)

ARMIDA
(Amica la sorte
Mi porge il suo crine.
Possenti, divine
Ritorte d’amor.)

TUTTI fuorché ARMIDA e RINALDO
Caligin d’intorno
Intorbida il giorno,
| Caligin d’intorno
| Intorbida il giorno,
| E al campo minaccia
| Affanni, terror.
|
| RINALDO
| (In voi solo affida
| La speme il mio cor.)
| (Parte.)
|
| ARMIDA
| (Armida vi affida
| La speme del cor.)

 


 

ATTO SECONDO

Orrida selva

Framezzo ad alcune piante vedesi il mare in distanza.

SCENA PRIMA

Astarotte e coro di demoni, sorgendo di sotto terra.

[No. 9 – Introduzione e Coro]

CORO
Alla voce d’Armida possente
Acheronte varcammo e Cocito.
Questo muto ed inospite lito
Per nostr’opra animar si dovrà.

ASTAROTTE e PARTE DEL CORO
Su, consorti, qui fermisi il piede,
Qui spegnete le orribili tede,
Deponete il vipereo flagello;
Tanto impone chi legge ne dà.

TUTTO IL CORO
Al prodigio d’Armida novello
Tutto ligio l’inferno sarà.

PARTE DEL CORO
D’Idraote la regia nipote
Suol dell’ombre frenare il muggito.

ALTRA PARTE DEL CORO
Han possanza sue magiche note
D’addoppiar l’ululato, il ruggito
ove meta il dolore non ha.

TUTTO IL CORO
Questo muto ed inospite lito
Per nostr’opra animar si dovrà.

[Recitativo]

ASTAROTTE
Sovrumano potere,
Numi del tetro abisso, or qui ci chiama.
D’ogn’intorno la fama
Il nome spande di Rinaldo, il primo
Fra’ temuti campioni
Di colui che su gli astri,
Per nostra pena eterna,
Il tutto a suo piacer move e governa.
Pur d’amoroso laccio il guerrier forte
Preda rimase. Armida osò rapirgli
Senno, onor, libertà, per far che manchi
Degli aborriti Franchi
Il maggior brando al capitan supremo,
E per toglier Sionne al fato estremo.
Il secondarla, o numi,
Non fia lieve per noi? Nell’opre nostre
Il re dell’ombre affida;
Per noi tremi Goffredo, esulti Armida.

[No. 10 – Coro]

CORO
Di ferro e fiamme cinti,
Contra il celeste impero
Là nel superno tetto
Sai che pugnammo un dì.
È ver, cademmo vinti;
Ma del valor primiero
Non anco a noi nel petto
Il germe inaridì.

(Comparisce dall’alto una nube.)

[Recitativo]

ASTAROTTE
Ebben, l’istante è giunto
Da porre in opra e possa e ardir. Mirate,
S’appressa Armida. Ascoso,
Di sua magica verga ognun di voi
Al sibilo sia presto;
Del nostro maggior nume il cenno è questo.

(Spariscono.)

SCENA SECONDA

Giunta a terra la nube si dilegua e presenta un carro tirato da due draghi, su cui Armida e Rinaldo. Armida converte il carro in un seggio di fiori. I draghi spariscono. Rinaldo è quasi fuori di sé dalla sorpresa.

[No. 11 – Duetto]

RINALDO
Dove son io?...

ARMIDA
Al fianco mio.

RINALDO
Oh me beato!

ARMIDA
Mio bel tesor!

RINALDO
Se tuo mi chiami...

ARMIDA
Caro, se m’ami...

ARMIDA e RINALDO
Sfido del fato
Tutto il rigore,
Sfido del fato
Tutto il rigor.

RINALDO
Dove son io?...

ARMIDA
Al fianco mio.

RINALDO
Se tuo mi chiami...

ARMIDA
Caro, se m’ami...

ARMIDA e RINALDO
Sfido del fato
Tutto il rigore,
Sfido del fato
Tutto il rigor.

[Recitativo]

ARMIDA
Mio ben, questa che premi
Della Fortuna è l’isola nomata,
Sol nota a me. Qui si deponga omai
Ogni nostro rancore,
E qui tutto respiri e pace e amore.
Brama di rivederti,
Speme di possederti, all’altrui voglie
Ceder mi fé, non già crudel desio.
Finsi col franco duce
Mio malgrado, e il tuo brando
Le catene troncando
A’ miei seguaci amanti,
D’Idraote e di me punì la trama.

RINALDO
Vedi il mio cor se t’ama:
Tutto vada in obblio; solo
Idraote io colpevol estimo.
Or non si pensi
Che al nostro mutuo amor...
Ma prigioniero
Perché guidarmi in orrida foresta?

[No. 12 – Coro]

ARMIDA
No; d’Amor la reggia è questa,
Ecco il centro del piacer.

CORO
Sì, d’Amor la reggia è questa,
Questo è il centro del piacer.

(Al cenno d’Armida la scena si cangia nell’interno d’un magnifico palagio. Larve in sembianza di genii, di ninfe, d’amorini e di piaceri ingombrano la scena, formando varii gruppi.)

{ARMIDA e RINALDO
(A quell’/quest’alma tal portento
Sembra un sogno lusinghier.
A sì strano e lieto evento
Si confonde il suo/mio pensier.)

ARMIDA, RINALDO e CORO
Si, d’Amor la reggia è questa,
Questo è il centro del piacer.}

[Coro di Ninfe]

ALCUNE NINFE
Canzoni amorose,
Carole festose,
Cantate, formate,
Seguaci d’Amor.

TUTTE LE NINFE
Canzoni amorose,
Carole festose,
Cantiamo, formiamo,
Seguaci d’Amor.

(Succedono le danze, di quando in quando intrecciate col canto. Gli amorini presentano a Rinaldo ghirlande di fiori.)

[N. 13 Ballo e Finale Secondo – Rondò]

ARMIDA
D’Amor al dolce impero
Natura ognor soggiace.
Dov’è quell’alma audace
Che non apprezzi Amor?
Chi misero non sente
La fiamma sua possente,
Di smalto ha il core in petto,
O mai non ebbe un cor.

CORO
Dov’è quell’alma audace
Che non apprezzi Amor? Dov’è?
Dov’è chi non apprezzi Amor?

ARMIDA
Gli augei tra fronde e fronde
Spiegano amor col canto;
Aman perfin dell’onde
I muti abitator.
Aman le crude belve
Là tra le ircane selve,
Son per amor feconde
Le stesse piante ancor.

CORO
Dov’è quell’alma audace
Che non apprezzi Amor? Dov’è?
Dov’è chi non apprezzi Amor?

ARMIDA
La fresca età sen fugge,
È la beltade un lampo,
Ché l’una e l’altra strugge
Il tempo vorator.
Dunque, godete, amanti,
De’ vostri liet’istanti,
Or che vi ride in volto
Di giovinezza il fior.

CORO
Ah! sì, godete, amanti,
De’ liet’istanti,
Or che vi ride in volto
Di giovinezza il fior.

ARMIDA
Godete, amanti,
| Di giovinezza il fior.
|
| CORO
| Di giovinezza il fior.

(Armida siede accanto a Rinaldo.)

[Finale Secondo – Danza e Coro generale]

I. Marziale
II. Andante
III. Allegro moderato
IV. Vivace
V. Coda

(Armida, onde estinguere nel cuore di Rinaldo ogni avanzo d’ardore di gloria, per vieppiù destarvi quello dell’amore, fa comparire una larva sotto le sembianze di giovine guerriero, circondato da più leggiadre ninfe, le quali a gara si accingono a sedurlo. Egli vuole schernirsi da’ loro vezzi; ma la voluttà, impossessandosi a grado a grado di lui, fa che finalmente si lasci togliere le sue guerriere insegne, sostituendo ad esse il serto e le ghirlande di fiori.)

CORO GENERALE
Tutto spira d’Armida all’aspetto
Pace, amore, diletto, amistà.
Tutto al regno d’Armida è soggetto,
Tutto cede ove impera beltà.

 


 

ATTO TERZO

(Giardino incantato, in cui mostrasi in tutto il suo aspetto la semplice natura. Piante abbondanti di frutta, siepi e cespugli pieni d’ogni sorta di fiori; acque correnti, altre stagnanti sulle quali veggonsi in moto diversi augelli; altri augelli di vivaci colori svolazzano d’albero in albero; da un lato alcune spelonche coperte di musco; il prospetto è limitato da amene colline e valli ombrose adiacenti.)

SCENA PRIMA
Ubaldo, Carlo.

[N. 14 – Duetto]

UBALDO CARLO
Come l’aurette placide
Spiran fra l’erbe e i fiori!

CARLO UBALDO
Par che d’amor favellino
Lieti gli augei canori...

UBALDO e CARLO
A noi d’intorno.

UBALDO CARLO
E l’eco che risponde...

CARLO UBALDO
E il mormorio dell’onde...

UBALDO e CARLO
Tutto a noi par che dica:
Sacro a natura amica
Ecco il soggiorno.
L’eco risponde:
Ecco il soggiorno.
Ma no: d’orribil arte
Questi gl’inganni sono;
Dell’empio Averno è dono
Ciò che natura appar.
Qui l’atro crine anguifero
Scuoton le fiere Eumenidi,
Che di velen mortifero
Van l’aure ad infettar.

[Recitativo]

UBALDO
Oh quanto, amico, d’Ascalona al saggio
Tenuti siam! Lungo tragitto parve
A noi breve cammino.
Fu soccorso divino
Quest’aurea verga e questo scritto.

CARLO
In fuga il serpente custode ed ogni fera
Che ci contese il passo,
Volger vedemmo.
A compiere or ci resta
Il desiato fin di nostra impresa.

UBALDO
Qui (lo scritto il palesa)
Vedrem Rinaldo a un folle amore in preda.

CARLO
Ah! voglia il ciel ch’ei ceda
Agl’inviti d’onor.

UBALDO
Solingo è il loco.

[N. 15 – Coro di Ninfe]

CARLO
T’inganni. A noi sen viene
Stuol di ninfe leggiadre. Odi concento...

(Lenta armonia, che a grado a grado s’avvicina e rinforza.)

UBALDO
Di fermezza e d’ardir quest’è il momento.

SCENA SECONDA

Larve in sembianze di ninfe, cantando e danzando. I precedenti.

CORO
Qui tutto è calma,
Delizia, amor;
Qui trova un’alma
Scampo al dolor.

PARTE DEL CORO
Qui l’atre sfere
Non han potere,
L’avverso fato
Non ha vigor.

ALTRA PARTE DEL CORO
Questo è il beato
D’amor soggiorno;
L’età dell’oro
Qui fe’ ritorno.
L’età dell’oro
Qui fe’ ritorno;
Oh fortunato

Chi vanta un cor!

TUTTO IL CORO
Qui tutto è calma,
Delizia, amor;
Qui trova un’alma
Scampo al dolor.

CORO
Qui tutto è calma, ecc.

PARTE DEL CORO
Qui l’atre sfere, ecc.

ALTRA PARTE DEL CORO
Questo è il beato, ecc.

TUTTO IL CORO
Qui tutto è calma, ecc.

[Recitativo]


UBALDO
Fuggite infernei mostri; ite onde usciste.

(Scuotendo la verga d’oro, le larve spariscono.)


SCENA TERZA
Carlo, Ubaldo.

CARLO
Nuovo portento!

UBALDO
Ah! Possa sgombrar così dal core
Del misero Rinaldo un folle amore.

CARLO
Lo spero.
Il ciel compirà l’opra.

UBALDO
Oh quanto
Fia caro a Guelfo del nipote amato
Il ritorno bramato!

CARLO
Al campo tutto,
Allo stesso Goffredo,
Che punirlo volea, ch’or gli perdona,
Fia gioia il riveder cotanto eroe...

UBALDO
Taci... Se non m’inganno,
Da quel sentiero lento calpestio
Parmi sentir.

CARLO
Sì...

UBALDO
Oh sorte!
Vedilo.

CARLO
È desso...
Oh noi felici!

UBALDO
E seco vien colei che lo asconde
Prigioniero avvilito in queste sponde.

CARLO
S’incontri...

UBALDO
No. Per or meco ti cela.
Colà fra quelle piante.

CARLO
Ma di mostrarci a lui...

UBALDO
Non è l’istante.

(Si nascondono in una boscaglia.)


SCENA QUARTA

Armida, Rinaldo, tenendosi per mano.

[N. 16 – Duetto]


ARMIDA e RINALDO
Soavi catene,
Se amore v’ordì,
Per sempre al mio bene
M’unite così.
Soavi catene,
Per sempre al mio bene
M’unite così.

[Recitativo]


ARMIDA
O mio Rinaldo, ammira
Quest’ameno soggiorno.
Or, benché ardente
Sirio si mostri in ciel, per opra mia
La fiorita stagione
E il pomifero autunno
Si porgono le destre
In questo fortunato asil campestre.

RINALDO
Tutto mi fa beato,
Ma più di tutto Armida,
Purch’io viva sicuro
Di sua costanza...

ARMIDA
E che! dubiteresti...

RINALDO
Così rara beltà, che far potria
Un monarca felice...
Real donzella... lungi
Per mia cagion dal regno suo natio...

ARMIDA
Sul tuo cor non ho regno, e tu sul mio?
E ciò non basta? Amor me vinse.

RINALDO
E seco, Armida, gareggiasti
Quando co’ vaghi rai m’imprigionasti.

{Anzi, maggiore è il tuo
Del trionfo d’Amor; tutto potea
Ei nume: tu mortal... Ma che favello?
Mortal non è chi d’ogni cor può farsi
Assoluta reina,
Chi tanta in sé contien beltà divina.
O pupille adorate,
Mentre avvincete un cor, voi lo beate.
Va superbo questo core
De’ felici lacci suoi
Nel provar, bei lumi, in voi
Qual d’Amore è la virtù.
E l’antica libertade
In obblio per voi ripone,
Se vuol farne il paragone
Con sì bella servitù.}

ARMIDA
Resta, mio ben. Degg’io per poch’istanti
Lungi da te...

RINALDO
Come!...

ARMIDA
Non lieve cura
Mi chiama altrove. Addio.
In breve al fianco tuo mi rivedrai.

(Parte.)


SCENA QUINTA

Rinaldo.

[Recitativo]

RINALDO
Lo splendor di quei rai
Se un sol istante io perdo,
Parmi perder la pace...
Ma qual altro splendor m’abbaglia il ciglio!...
Armi son quelle... ed armi franche!... a stento
A’ propri sguardi io credo...

SCENA SESTA

Ubaldo, Carlo, Rinaldo.

UBALDO
(a Carlo)
Amico, inoltra il piè.

RINALDO
Cielo!... chi vedo!

UBALDO
Avvilito guerrier, schiavo d’amore,
Ubaldo e Carlo in noi rimira.

Osserva qual ci veste le membra
Onorevole incarco.
E mentre il ferro
Noi cinge, e mentre il brando
Ci pende al fianco, adorno
Veder dobbiam di rose e in bianchi lini
Il più forte tra i Franchi e tra i Latini?

RINALDO
(Oh rimprovero amaro!)

CARLO
Il campo tutto
Impaziente aspira
A innalzar di Siòn sull’alte mura
L’augusto suo vessillo.
Desta di tromba squillo
Ogni soldato, anche il men forte; e solo
Rinaldo, il pro’ Rinaldo,
L’indomito guerriero,
Sconosciuto sen vive e prigioniero?

RINALDO
Deh! amici... E ver, son io... Sono infelice!...
Ma voi come qui tratti,
Se quest’ermo sentier...

UBALDO
Virtù celeste,
Non arte stigia, a noi servì di guida.

CARLO
Ceda l’iniqua Armida
Al poter di quel Dio che al tutto impera.

RINALDO
Armida!... ella è il mio ben...

CARLO
Sogni?

UBALDO
Deliri?
In questo scudo espresso
Mira di tua viltà tutto l’eccesso.

(Scuopre uno scudo adamantino.)

[N. 17 – Terzetto]


RINALDO
In quale aspetto imbelle
Io mi ravviso, oh stelle!...
Qual di viltade oggetto!...
Oh immenso mio rossor!

(Rimane immobile e quasi fuori di sé.)

| CARLO
| (Sospira, langue, geme,
| D’onor già sente i moti.

| O Nume! i nostri voti
| Secondi il tuo favor.)
|
| RINALDO
| In quale aspetto imbelle, ecc.

| UBALDO
| (Sospira, langue, geme,
| D’onor già sente i moti.

| O Nume! i nostri voti
| Secondi il tuo favor.)
|
| CARLO
| (Sospira, langue, geme, ecc.)
|
| RINALDO
| In quale aspetto imbelle, ecc.

UBALDO
(a Rinaldo)
Vedi qual reo governo
Di te fa un empio affetto.

CARLO UBALDO
S’hai cor bastante in petto,
Resisti a tant’orror.

RINALDO
(seguitando a guardarsi nello scudo)
Qual di viltade oggetto!...
Oh immenso mio rossor!

CARLO
Il tuo dover ti chiama.

UBALDO
Gloria a pugnar t’invita.

CARLO
La tromba della fama
Ridesti il tuo valor.

UBALDO
La tromba della fama
Ridesti il tuo valor.

RINALDO
Cessate... Ohimè! cessate...
Che barbaro tormento!
Io vile?... No: rammento
Che son Rinaldo ancor.

(Si squarcia e getta ogni fregio di mollezza.)

UBALDO e CARLO
Or sì, che in te ritrovo
L’eroe qual fosti ognor.

RINALDO
(Ah! qual contrasto io provo
Di duol, di gloria e amor!)

UBALDO e CARLO
Vieni.

RINALDO
Vi seguo... (Oh Dio!
Lasciarla mai poss’io!)

UBALDO e CARLO
A che t’arresti?

RINALDO
Armida!
Per te mi manca il cor...

UBALDO e CARLO
Severa omai ti sgrida
La voce dell’onor.

(Breve pausa.)

RINALDO
Unitevi a gara
Virtude, valore,
Per vincere amore
Che affanno mi dà.

(Rinaldo alza gli occhi al cielo in atto d’implorarlo.)

Ma un raggio improvviso
Quest’alma rischiara...
Ah! sì, ti ravviso
Celeste bontà.

UBALDO e CARLO
Splendor degli eroi,
T’invola con noi;
Del ciel si dichiara
Per te la pietà.

RINALDO
Unitevi a gara, ecc.
| Ah! sì, ti ravviso
| Celeste bontà.
|
| UBALDO e CARLO
| Splendor degli eroi, ecc.

(Partono.)

SCENA SETTIMA
Armida frettolosa e sbigottita.

[Recitativo]

ARMIDA
Dov’è?... dove si cela?... Eppur poc’anzi
Qui lo lasciai... Son fuor di me! Sen giace
Là, sulla soglia, il fier custode estinto...
Oh stelle! il mio poter fia dunque vinto?
Vadasi... Ma che vedo!
Due guerrier di Goffredo!... Ohimè! Rinaldo
Segue i lor passi... Fermati... L’affanno
Mi tronca i detti... Senti...
Perfido! non m’ascolta... Ebben, d’Averno
La possanza s’invochi. Furie, udite:

(scuote la verga magica)

Per la tremenda Dite, a me si guidi
Quel traditor.

(Pausa.)

Ma voce non risponde
Dalle infernali sponde.
Ohimè!... fatal momento!...
Che fo?... Seguiam l’infido...
Oh fier tormento!

(Parte veloce.)

SCENA OTTAVA
Esterno del palagio d’Armida.
Ubaldo, Carlo, Rinaldo.

[Recitativo]

UBALDO
Sia lode al ciel, da quelle inique mura
Uscimmo alfin.

CARLO
Breve cammin ci resta;
Vadasi al palischermo.

RINALDO
Amici, ah! voi,
Per pietà, rinfrancate
Questo debole cor. Solo non basto
Me stesso a superar.

CARLO
Veloce al lido,
Vieni, volgasi il piè.

ARMIDA
(da lontano)
T’arresta, infido!

RINALDO
È dessa... Oh Dio!... l’udiste?

CARLO
Di coraggio,
Amico, armar ti dei.

RINALDO
Ohimè!

UBALDO
Ti giovi l’ascoltar costei.
Se resisti a’ suoi vezzi,
Alle lagrime sue,
Il più grande a ragion sei degli eroi.

SCENA NONA
Armida frettolosa; i precedenti.

ARMIDA
Ed è pur vero?... e abbandonarmi vuoi?
Crudel!

RINALDO
Vuole il destino
Ch’io da te volga il piè...
Gloria m’invita
Al campo dell’onore...

ARMIDA
E gloria fia
Tradir l’amor, la fé?

RINALDO
(partendo)
Dolce memoria
Per me sempre sarai...
Rimanti in pace...
(Ah! mi si spezza il core.)

ARMIDA
(trattenendolo)
Pace! e pace trovar può il mio dolore?

UBALDO
(sotto voce a Rinaldo)
Resisti.

CARLO
(come sopra)
A lei nascondi
L’affanno, il duol.

ARMIDA
Parti, se vuoi; sol chiedo
I tuoi passi seguir...

(Rinaldo leggermente la respinge, voltando il viso per celarle il suo turbamento, ed è in atto di partire; Armida lo segue)

Qual più ti piace
Di me dispor potrai; se pur ti è grato,
Ancella umil raccorcerò la chioma,
Or che a te fatta è vile.
In aspetto servile
Ti seguirò dove l’ardor guerriero
Fia che più ferva. Sento
Per condurti i destrieri e portar l’armi
In me vigor bastante;
Mi avrai fedel seguace e non amante.

RINALDO
(sotto voce a’ due compagni)
Ohimè! quai detti.

UBALDO
(come sopra a Rinaldo)
Inganni.

CARLO
(come sopra)
Insidie.

ARMIDA
E taci?...
Sì, qual più vuoi, sarò scudiero o scudo.
Forse guerrier sì crudo
Non vi sarà che, per ferirti, voglia
Passarmi il sen... Ma parla.

RINALDO
Armida, è tempo
Che pongasi in obblio
I miei, gli errori tuoi. Resta...

(Partendo.)

ARMIDA
Deh! Ferma...
E non gemi?

RINALDO
(Che pena!)

ARMIDA
E asciutto il ciglio
Serbi ancora, spietato?
Ed hai cor di lasciarmi in questo stato?

[N. 18 – Rondò]

ARMIDA
Se al mio crudel tormento
Segno di duol non dai,
Tu non avesti mai
Scintilla di pietà.
Barbara tigre ircana
A te donò la vita,
E l’alma tua nutrita
Fu ognor di crudeltà.

RINALDO
(sospirando e partendo)
Cangiar non puoi tua sorte:
Non la poss’io cangiar.

ARMIDA
(trattenendolo)
Ah! dammi almen la morte:
Da’ fine al mio penar.
Ah! dammi pur la morte:
Da’ fine al mio penar.

UBALDO e CARLO
(a Rinaldo)
Resisti omai da forte.

| ARMIDA
| Da’ fine al mio penar, sì,
| Da’ fine al mio penar.
|
| UBALDO
| Deh! Vieni.
|
| CARLO
| Risolvi.
|
| UBALDO e CARLO
| Al mar.

RINALDO
Addio...

ARMIDA
Senti, idol mio!...
Un sol istante io chieggo...

UBALDO
Non più.

CARLO
(trascinando Rinaldo)
Partir conviene.

CARLO e UBALDO
Partir conviene.
Partir conviene.

ARMIDA
Vacilla... il piè... non reggo...
Mi sento... oh Dio!... mancar...

(Cade priva di sensi. Rinaldo, che si sarà allontanato, retrocede in fretta.)

RINALDO
Armida!... amato bene!...
Deh! si soccorra...

UBALDO e CARLO
Al mar.

(Lo conducono a forza.)

SCENA DECIMA
Armida.

Allontanato Rinaldo, ella insensibilmente rinviene, quindi si alza e guarda intorno.

[N. 19 – Finale Terzo]

ARMIDA
Dove son io!...
Fuggì! Lasciarmi, ohimè! così
Poté l’ingrato?
Lasciarmi, ohimè! così
Poté l’ingrato?
E vivo ancora?... e palpiti
Mio desolato core?...

(si aggira incerta)

Che fo?... Vendetta... Amore...
Di voi chi udir dovrò?...
Del mio trovar si può
Più atroce stato!
Del mio trovar si può
Più atroce stato!

(Rimane concentrata ne’ suoi pensieri. Frattanto sorge una larva in sembianza della Vendetta.)

Vendetta...

(scuotendosi)

Ah! sì, ti miro:
Te sola invoco: vieni...

(Mentre vuole avvicinarsi alla larva suddetta, sorge altra larva sotto le forme dell’Amore, sospiroso e piangente.)

Amor... con quel sospiro
Perché il mio sdegno affreni?...
Forse spietato sei,
Sebben tu piangi, Amor.

(Verso la Vendetta)

Forse pietade è in lei
Cinta benché d’orror.

(Pensa alquanto, poi corre alla prima larva.)

È ver... gode quest’anima
In te, fatal Vendetta.
Da me repente involati,
Perfido Amor; t’affretta.

(Sparisce la larva dell’ Amore.)

Se al mio poter, voi Furie,
Sorde non siete ancor,
Ad inseguir traetemi
Un empio, un traditor.

SCENA ULTIMA

Coro di demoni, recando il carro d’Armida tirato da draghi.

CORO
Paga sarai.

ARMIDA
Distrutto tutto qui resti, tutto, tutto.

(I demoni, armati di faci, eseguiscono, e la scena ritorna nel primo orrore.)

ARMIDA
S’altro non può, l’Averno
M’ispiri il suo furor.
| Ad inseguir traetemi
| Un empio, un traditor,
| Un empio, un traditor.
|
| CORO
| S’altro non può, l’Averno
| T’ispiri il suo furor,
| T’ispiri il suo furor.

(Armida ascende il carro e s’innalza a volo tra i globi di fiamme e di fumo. Cala il sipario.)

 

FINE DELL’ OPERA

 

 


 

 

[Maria Callas canta Armida: Ballo e Rondò, Finale Secondo]

Introduzione – Ballo

ARMIDA
D’Amor al dolce impero
Natura ognor soggiace.
Dov’è quell’alma audace
Che non apprezzi Amor?
Chi misero non sente
La fiamma sua possente,
Di smalto ha il core in petto,
O mai non ebbe un cor.

Gli augei tra fronde e fronde
Spiegano amor col canto;
Aman perfin dell’onde
I muti abitator.
Aman le crude belve
Là tra le ircane selve,
Son per amor feconde
Le stesse piante ancor.

La fresca età sen fugge,
È la beltade un lampo,
Ché l’una e l’altra strugge
Il tempo vorator.
Dunque, godete, amanti,
De’ vostri liet’istanti,
Or che vi ride in volto
Di giovinezza il fior.